mercoledì 6 marzo 2013

Hai accolto con gioia, al suo ritorno, quel prodigo... di san Justin Popovic


Settimana del Figliol prodigo

 
Hai accolto con gioia, al suo ritorno, quel prodigo...
 
di san Justin Popovic

 

Il figlio prodigo della parabola è l’esempio perfetto del peccatore che si converte. L’Evangelo ci mostra come l’uomo, con il suo libero volere, con la sua vita, partecipi della terra e del cielo, del diavolo e di Dio, del paradiso e dell’inferno. Il peccato spoglia gradualmente l’uomo da qualsivoglia elemento divino dentro di lui, gli paralizza ogni desiderio e anelito divino, finché lo getta, alla fine, tra le braccia tremende del diavolo. Allora l’uomo si riduce a pascolare i porci del suo signore, il diavolo. I porci sono le passioni, sempre insaziabili e voraci. In una tale vita l’uomo infelice non è che matto, demente, fuori di sé [...]. Il Signore afferma del figlio prodigo: “Rientrò in sé stesso” (Lc 15,17). In che modo rientrò in sé stesso? Con la conversione. Poiché con il peccato l’uomo diventa demente, va fuori di sé. Ogni peccato, anche il più piccolo, è sempre pazzia dell’anima, demenza dell’anima. Con la sua conversione, l’uomo rinsavisce, ridiventa sano, rientra in sé. E allora grida a Dio, corre verso di lui, innalza al cielo la sua voce: “Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te” (Lc 15,21). E che fa il Padre celeste? Sempre e sconfinatamente amico dell’uomo, vedendo il proprio figlio affrettarsi convertito verso di lui, si muove a compassione, corre, lo abbraccia e lo bacia. E ordina ai suoi servitori celesti, i santi angeli: “Portate qui il vestito primo, più bello, e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato” (Lc 15,22-24). Così avviene anche per ciascuno di noi e per ogni peccatore che si converte [...].

La conversione dal peccato conduce il peccatore pentito all’abbraccio di Dio, al regno eterno dell’amore del nostro Padre celeste. Mentre il peccato che rimane senza conversione genera nell’anima la morte, per inabissare, successivamente, l’uomo nell’inferno eterno del diavolo. Signore, accordaci la conversione!

 

Da: J. Popovic, Via per conoscere Dio, Atene 1992, 251-252 [in greco]

 

Nessun commento:

Posta un commento