martedì 5 febbraio 2013

Dai Quaranta capitoli di sobrietà di Filoteo Sinaita


Dai Quaranta capitoli di sobrietà di Filoteo Sinaita

 
XX

 

            Teniamoci stretti molto fortemente a Cristo, a causa di coloro che sempre lottano per rapirlo all’anima, affinché Gesù non debba sottrarsi alla folla di pensieri che si trovano in essa, lui che senza fatica dell’anima non è possibile tenere stretto fortemente; palpiamo la sua vita nella carne, per trascorrere umilmente la nostra; teniamo stretti i suoi patimenti, per avere pazienza nelle tribolazioni emulandolo; gustiamo la sua indicibile e condiscendente economia per noi, per conoscere dal dolce gusto dell’anima che il Signore è buono (Psalmo 33, 9). Ma su tutte queste cose, o anche prima di tutto, crediamo a lui senza incertezza, in ciò che dice, e attendiamo ogni giorno la sua provvidenza che viene per noi. E quando sia venuta, accogliamola con rendimento di grazie, senza distrazione e di buon animo, affinché impariamo a guardare a Dio solo che amministra il tutto con le parole divine della Sapienza. E quando avremo fatto tutte queste cose, allora non saremo tanto lontani dal trovare Dio; dal momento che la pietà è perfezione imperfetta, come ha detto un uomo teoforo e perfetto nello spirito.

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