giovedì 31 gennaio 2013

Venerabili Schimonaci Cirillo e Maria genitori di s. Sergio di Radonezh


Venerabili Schimonaci Cirillo e Maria genitori di s. Sergio di Radonezh

28 settembre (11 ottobre) e 18 (31) gennaio

 

 

Santi prepodobnye Kirill e Marija, genitori di s. Serghij di Radonež
(vissuti tra il 1250 e il 1340 circa)


La qualifica di prepodobnij [traduzione letterale «somigliantissimo», sottinteso «a Cristo»] nell’Oriente bizantino-slavo è riservato ai monaci, e infatti Kirill e Marija conclusero la loro vita terrena dopo aver fatto la professione monastica in due monasteri vicini; e sono anche detti «schimonàchi», cioè monaco e monaca col «grande schima, il grado più alto in Oriente della consacrazione a Dio»[1]. Però la loro esaltazione come santi, fatta dal Sinodo episcopale riunitosi a Mosca dal 31 marzo al 4 aprile 1992 nel monastero San Daniele[2], è soprattutto in rapporto al fatto di essere stati i cristianissimi genitori del santo nazionale russo Serghij, igumeno[3] a Radonež. Ecco il testo ufficiale firmato dal patriarca Aleksij II e dai membri del Sinodo[4]:

 

In questo importante anno, in cui l’intera Chiesa russa celebra i 600 anni dalla morte del grande santo monaco Serghij, igumeno di Radonež, taumaturgo, il Santo Sinodo ricordando nella preghiera i suoi pii genitori, i santi monaci Kirill e Marija, attraverso i quali, secondo le parole del beato Epifanij Premudrij[5]: «Serghij fu donato da Dio a molte genti per il bene, la salvezza, l’aiuto, e quindi tale fanciullo conveniva nascesse da genitori giusti» - dopo aver esaminato le loro vite e il loro impegno ascetico, avendo notato queste loro virtù:

- la probità e pietà della loro vita nell’adempiere i comandamenti del Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo

- l’impegno nell’educare i propri figli nello spirito dell’ortodossia, di cui fu frutto il grande luminare della terra russa il santo monaco Serghij

- i fatti miracolosi, avvenuti per le preghiere dei santi monaci (Kirill e Marija)

- l’ininterrotta venerazione popolare verso di loro, con amore e devozione stabilisce:

1. Includere nell’elenco dei santi graditi a Dio per il culto di tutta la chiesa i santi monaci del grande schima Kirill e Marija già venerati localmente nella regione di Radonez.

2. I loro onorati resti, giacenti nella chiesa del Pokrov[6] nel monastero di Chot’kovo, vengano considerati sante reliquie a cui verrà dato degno culto ecclesiale.

3. La commemorazione liturgica dei due santi venga fissata al 28 settembre e al 16 gennaio, oltre al 6 luglio festa di Tutti-i-Santi di Radonež.

 

Il comunicato prosegue indicando che: a) dovrà essere preparato un ufficio liturgico proprio per i nuovi santi e nel frattempo si userà il comune dei santi-monaci; b) dovranno essere dipinte le icone dei santi Kirill e Marija per la venerazione da parte dei fedeli, come stabilito dal VII Concilio ecumenico; c) il testo della loro vita, approvato dal Sinodo, sarà diffuso stampato per l’edificazione e il pio insegnamento dei figli della Chiesa; d) di questa canonizzazione occorre dare gioioso annuncio a tutto il popolo russo e anche alle altre chiese ortodosse. Il comunicato si conclude invocando la divina benedizione, attraverso le preghiere e l’intercessione dei santi Kirill e Marija, su quanti ricorrono al loro celeste patrocinio.

Il lungo testo meritava di essere tradotto, anche per dare un’idea di come avviene una canonizzazione della Chiesa ortodossa russa ai nostri giorni, ma è tempo ora di dare informazioni sui santi genitori del grande e amatissimo san Serghij.

 
 
I santi Cirillo, Sergio e Maria
 

 
A circa 4 chilometri dall’importante città russa Rostov la grande si trovava la residenza dei distinti coniugi boiardi, di provenienza aristocratica, vissuti tra la seconda metà del XIII e i primi decenni del XIV secolo, Kirill e Marija. Avevano preferito quel semplice ambiente rurale alla dissipazione del palazzo principesco, dove però Kirill era collaboratore e uomo di fiducia del principe, che aveva anche accompagnato nei lunghi, pericolosi viaggi verso l’Orda tartara, necessari per farsi confermare negli incarichi e dirimere questioni importanti. Le loro terre (chiamate in russo Varnitsa, «saline») davano un prodotto modesto, tenendo conto delle frequenti invasioni tartare, del pagamento dei tributi, delle cattive annate di raccolto, ma la vita dei coniugi, esemplari cristiani, si svolgeva nella pace e nella saggezza, aperta all’ospitalità, benefica verso i poveri. Ebbero tre figli: Stefano, il maggiore, che rimasto vedovo si fece monaco ancor prima del fratello Bartolomeo (divenuto poi san Serghij), e un terzo, di nome Pietro. Le notizie su questi santi genitori le troviamo nelle biografie del grande igumeno della terra russa. Vi si narra, ad esempio, che durante una liturgia eucaristica il piccolo, ancora in grembo alla madre, emise un grido in tre momenti importanti del sacro rito, quasi preannunciando la sua particolare devozione alla Trinità. Quando Marija poi allattava il piccolo dopo aver mangiato carne, questi non prendeva cibo e ciò avveniva anche nei giorni di digiuno. I bravi genitori seguirono i figli nell’apprendimento a scuola, che per Bartolomeo risultava difficile, ma l’incontro con un vecchio monaco invitato nella casa paterna diede al fanciullo capacità nuove.

L’amorevole unione di quella pia famiglia si prolungò anche dopo il trasferimento, suggerito dalla situazione politica nuova, da Rostov nel principato di Mosca, con residenza nelle zone boscose di Radonež, quando Bartolomeo aveva circa 15 anni. Col passar degli anni lui solo restava coi genitori, i fratelli essendosi sposati, e avrebbe voluto farsi monaco, però obbedì alla richiesta del padre e della madre di rimandare un poco. A quell’epoca era diffusa in Russia la consuetudine di abbracciare la vita monastica negli ultimi anni di vita, e questo scelsero Kirill e Marija, accolti nel monastero del Pokrov a Chot’kovo, a circa 3 chilometri da Radonež, che aveva una sezione per gli uomini e una per le donne. Fecero prima la professione monastica e poi quella più impegnativa del grande schima, ma ormai si avvicinava il loro incontro con Dio, avvenuto tra il 1337 e il 1339, a coronamento di una vita sempre esemplarmente cristiana. La loro esaltazione fatta dalla Chiesa dopo oltre sei secoli è d’incoraggiamento, esempio e aiuto per i coniugi d’oggi. Nel calendario liturgico bizantino vi sono diverse coppie di sposi santi, specie martiri[7], ma Kirill e Marija, così uniti al grande Serghij, sono particolarmente amati dai fedeli, che recandosi in pellegrinaggio alla tomba di san Serghij, nella Laura della Trinità, spesso si recano anche a quella dei suoi genitori nel non lontano monastero del Pokrov[8] a Chot’kovo.

 

Da: M. DONADEO, Preghiere a S. Andreij Rubliov e ad altri santi russi canonizzati dal Patriarcato di Mosca dal 1977 al 1993, Genova, 1995, 109-114.

 

 

 

Tropario, tono 4

Dio dei nostri padri, che agisci sempre con noi secondo la tua clemenza, non ritirare da noi le tue misericordie, ma per le loro preghiere, dirigi nella pace le nostre vite.

 



[1] Cfr. M. DONADEO, La consacrazione religiosa in Oriente, in «Consacrazione e servizio», cit., 42-48.
[2] Sede ufficiale del Patriarcato, questo monastero, uno dei più antichi di Mosca, fu restituito pochi anni fa all’autorità ecclesiastica in vista delle celebrazioni del Millennio del Battesimo della Rus’, lì svoltesi nel 1988.
[3] Corrisponde ad «abate». Serghij, all’inizio eremita, fu poi superiore di un’importante comunità monastica, la Laura della Trinità, tuttora esistente a 70 chilometri da Mosca in una località per decenni detta Zagorsk, che ora ha ripreso l’antico nome di Serghij Posad.
[4] È stato pubblicato, in russo, anche a p. 79 ss. del Calendario ecclesiastico ortodosso del 1993.
[5] Cioè «il saggio», autore della più completa biografia di san Serghij, di cui fu discepolo, nel medesimo monastero, per 12 anni.
[6] Il Pokrov, cioè Protezione della Vergine, è festa mariana cara ai russi, celebrata il 1° ottobre. È il nome di diverse chiese, tra cui quella bellissima sulla piazza. Rossa, dal popolo detta di san Basilio, un «pazzo per Cristo» lì sepolto.
[7] Tra i santi sposi martiri ricordiamo: Terenzio e Neonilla (28 ottobre), Galaktion ed Episteme (5 novembre), Crisanzio e Daria (19 marzo), Timoteo e Maura (3 maggio). Per i russi la coppia più nota di santi coniugi non-martiri è quella di Fefronia e Piotr, morti nel 1228.
[8] Cfr. n. 6.

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