martedì 8 gennaio 2013

Oksana, l’esempio di un vero amore evangelico verso tutti noi


 
 
Oksana, l’esempio di un vero amore evangelico verso tutti noi
un ricordo ad un anno dalla sua dormizione
 
Dal libro della Sapienza di Salomone 4, 7-18:
“Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
 Vecchiaia veneranda non è la longevità,
 né si calcola dal numero degli anni;
 ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
 e un’età senile è una vita senza macchia.
 Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
 e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
 Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
 o l’inganno non ne traviasse l’animo,
 poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
 e il turbine della passione travolge una mente semplice.
 Giunto in breve alla perfezione,
 ha compiuto una lunga carriera.
 La sua anima fu gradita al Signore;
 perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
 I popoli vedono senza comprendere;
 non riflettono nella mente a questo fatto
 che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
 e la protezione per i suoi santi.
 Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
 una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
 condanna la lunga vecchiaia dell’ingiusto.
 Le folle vedranno la fine del saggio,
 ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
 né in vista di che cosa il Signore l’ha posto al sicuro.
 Vedranno e disprezzeranno,
 ma il Signore li deriderà.
 
 
 
Nel giorno della festa degli Auguri alla Madre di Dio, il giorno dopo la festa di Natale, si è addormentata nel Signore la giovane Ksenia di 25 anni, mostrandoci un esempio di umiltà cristiana e coraggio, poiché ha donato la sua vita per un’altra vita, la vita di suo figlio…
 
Padre Ambrogio[1] ha detto, che Ksenia è morta per salvarci; il nostro essere crudeli, egoisti e secolarizzati ha impedito la guarigione dalla grave malattia e dalle enormi sofferenze di questa persona a noi cara. Ora lei non è con noi, sua figlia non la chiamerà mamma, ma lei si è salvata, e se Dio lo vorrà, il gesto eroico della sua vita potrà salvare un’altra persona: forse salverà una mamma dal peccato mortale di un aborto, una che forse si dirà “che questo ancora non è un bambino, o che non è il momento giusto” e penserà di commettere questo peccato mortale che è l’aborto.
 
Queste parole le hanno ripetute diverse volte i dottori, che volevano “salvare la mamma” operando l’aborto. “Salvare” per questa breve vita terrestre, per una vita nel peccato… e dopo vivere mentendo alla propria coscienza dicendo “che ho fatto la cosa giusta e che la mia azione è giustificata”.
 
Quando Oksana (Ksenia – nome del battesimo) era al terzo mese di gravidanza (una gravidanza molto difficile, oltre la tossicosi ha avuto diverse ferite sul corpo e un fortissimo dimagrimento ed esaurimento fisico) i medici hanno diagnosticato un tumore del linfosistema. Tutti i dottori nella clinica regionale a Kiev e in Italia hanno dato un unico verdetto: “occorre urgentemente operare l’aborto e cominciare la chemioterapia, così questa malattia si potrà curare completamente, ma se rifiuta non arriva al parto”. Disperazione, pianto… “non posso credere che non ci sia un’altra soluzione”, diceva guardando la mamma con occhi spaventati e coprendo con le mani il pancino ancora poco visibile, Oksana diceva: “mamma, che cosa gli ha fatto questo bambino? perché loro lo vogliono uccidere? io non lo uccido per sopravvivere!”.
 
L’incontro con padre Ambrogio a Kiev, la confessione e la comunione alla Pecerska Lavra, e dopo la visita al monastero di san Panteleimon vicino a Kiev e l’incontro con le monache hanno portato fede e speranza. Racconta la mamma di Oksana: “quei giorni che abbiamo vissuto nella lavra di Pocaev le hanno dato tanta forza, sembrava che ad Oksana fossero cresciute le ali, gli occhi si illuminavano di una luce non terrestre, mia figlia è riuscita a salire anche sul monte di Dio (Boja Gora) mentre poco prima non riusciva ad alzarsi dal letto”.
 
Laura, cugina di Oksana, quando ha saputo della sua malattia è andata in Ucraina dall’Italia, pensava di andare solo per un giorno finché Oksana era in piedi, era andata per dirle addio, “un giorno perché di più non resisterò”, diceva, pensando di trovare una persona triste e depressa, con il cuore spezzato per la separazione; ma è rimasta per tre settimane, giorni trascorsi con la gioia delle sorelle, mentre la mamma di Oksana e la mamma di Laura, con padre Ambrogio ed altri pellegrini hanno pregato vicino alla protettrice terrena di Oksana, santa Ksenia di Pietroburgo, sull’isola Valaam e vicino altri santi di San Pietroburgo. “Mai vista prima persona più felice e più serena, incredibile come lei tranquillamente, senza lamento sopporta questo stato spaventoso, lei osserva un digiuno severissimo, non si lamenta delle ferite che bruciano e prudono su tutto il corpo da dove esce la linfa… Accanto a lei tutti stanno bene, tutti lei sostiene e aiuta nei loro problemi”.
 
Così piano piano, con l’umiltà, la preghiera e la santa comunione, Oksana ha portato a compimento il suo atto eroico sulla terra, era sostenuta nella preghiera da tanti monaci e santi padri e fedeli, e questo si sentiva; alla fine Dio ha ascoltato le nostre preghiere e il 27 settembre è nata Anna. La sua nascita è stato un grande miracolo di Dio; al momento del parto Oksana pesava 50kg e con stupore di tutti i dottori il parto è stato veloce, facile e tranquillo, con l’aiuto di una sola ostetrica.
 
Ksenia ha potuto conoscere la gioia della maternità solo per tre mesi; felice abbracciando la figliola, ha ringraziato Dio per aver conosciuto questa felicità di essere mamma, e serenamente ci ha lasciati domenica 8 gennaio 2012, quando tutti festeggiavano il Santo Natale, e i bambini cantavano e facevano un concerto: tutto era gioioso sulla terra e nel cielo, e ora Oksana prega per la sua figlioletta e per tutti coloro che hanno pregato e che pregano per loro.
 
L’archimandrita Filarete della Pecerska Lavra, ha dato benedizione per la memoria eterna nella chiesa Vsiezariza (Regina di tutti) che si sta costruendo a Osykovo, vicino a Kiev.
 
Memoria eterna e limpida a te, cara figliola…
 
Mamma Tetyana racconta: “accanto a mia figlia ho vissuto l’esempio di un vero amore evangelico verso tutti noi, verso la figlia Anna; senza pensarci Oksana con umiltà ha dato la sua vita”.
 
Dovevate vedere come la neonata ha guardato la sua mamma, come sorrideva, lei guardava alla vera mamma, la quale facendo la volontà di Dio l’ha partorito, e Dio ha portato Ksenia in braccio, perché le sofferenze terrene, il dolore senza l’aiuto del misericordioso Dio erano impossibili da sopportare con questa incredibile tranquillità.
  
Traduzione dell’articolo apparso su Амвросійький Віснцк  n. 30, p.10.


[1] Parroco della parrocchia russa di Sant’Ambrogio a Milano.

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