sabato 15 dicembre 2012

Dall'Adversus Haereses di S. Ireneo

 
 

Dal trattato Contro le eresie di sant’Ireneo vescovo di Lione

Adversus Haereses, III,19,3; 20,3; 21,4.10. SC 34,336. 344. 358. 370. 372.


            Il Figlio di Dio e nostro Signore è Verbo del Padre e Figlio dell’uomo, poiché fu generato come uomo da Maria, che apparteneva al genere umano ed era lei stessa creatura umana.

            Perciò fu lo stesso Signore a darci un segno nella profondità della terra e nelle altezze del cielo, un segno che l’uomo non aveva richiesto: come l’uomo avrebbe potuto sperare che una vergine diventasse madre, partorendo un figlio pur restando vergine? Mai si sarebbe potuto immaginare che questo figlio fosse Dio con noi  e discendesse nelle profondità della terra alla ricerca della pecora che s’era smarrita, e che era poi sua creatura.

            Nessuno avrebbe potuto pensare che risalendo in cielo per offrire e raccomandare al Padre l’uomo che era stato ritrovato, il Verbo facesse di sé la primizia della risurrezione dell’uomo.

            Infatti, come il capo è risuscitato dai morti, così risorgerà anche il resto del corpo; in altre parole, ogni uomo si troverà a vivere dopo aver compiuto il tempo della condanna che gli era toccata per la disobbedienza. Il corpo poi costituirà un’unità, grazie ai vari legami che lo alimentano e raggiungerà il suo pieno vigore grazie alla crescita che viene da Dio.

            Dio ci ha dato come segno della nostra salvezza colui che, nato dalla Vergine, è l’Emmanuele: poiché era il Signore stesso colui che salvava coloro che da se stessi non avevano alcuna possibilità di salvezza.

            Paolo, indicando la radicale debolezza dell’uomo, dice: Io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene, poiché il bene della nostra salvezza non viene da noi, ma da Dio. Ed esclama ancora: Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Quindi presenta il liberatore e dice: L’amore gratuito del Signore nostro Gesù Cristo.

            Anche Isaia aveva predetto questo: Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: “Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”. Questo indica che non da noi, ma da Dio che ci aiuta, abbiamo la salvezza.

            C’è un solo e medesimo Spirito di Dio che ha annunciato nei profeti quale sarebbe stata la venuta del Signore e da dove sarebbe giunta. Lo Spirito poi ha tradotto negli Anziani (cioè nella traduzione dovuta ai Settanta) gli oracoli dei profeti. Sempre lo Spirito ha annunciato mediante gli apostoli che è giunta la pienezza dei tempi, l’era dell’adozione filiale; ormai il regno dei cieli è vicino e risiede tra gli uomini che credono nell’Emmanuele nato dalla Vergine.

            Così gli apostoli hanno attestato di Maria e di Giuseppe: Prima che andassero a vivere insieme, Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. San Luca riferisce che l’angelo Gabriele le disse: Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.

Adamo, il primo uomo, plasmato da Dio, ricevette la sua sostanza da una terra incolta e ancora vergine - perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo. Adamo fu plasmato dalla mano di Dio, cioè dal Verbo di Dio, perché tutto è stato fatto per mezzo di lui.

            Il Verbo di Dio, dovendo ricapitolare in se stesso Adamo, era conveniente che ricevesse una generazione tale da richiamare quella del primo uomo: ecco quindi che nasce da Maria ancora vergine.

            Se il primo Adamo avesse avuto come padre un uomo e fosse stato generato dal seme di un uomo, sarebbe giusto affermare che anche il secondo Adamo è stato generato da Giuseppe. Se invece il primo Adamo fu preso dalla terra e fu plasmato dal Verbo di Dio, allora il Verbo stesso, che ricapitolava in sé la persona di Adamo, doveva essere generato in modo simile al primo uomo.

            Perché allora Dio non prese di nuovo un po’ di polvere? Perché ha voluto che il secondo Adamo fosse plasmato da Maria? Affinché non ci fosse un’altra creatura e non fosse un’altra la creatura che sarebbe stata salvata. Invece doveva essere ricapitolata quella stessa, in modo che si conservasse la somiglianza di cui si è parlato.

 

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