domenica 9 dicembre 2012

Dalla II catechesi battesimale di san Cirillo


Dalla II catechesi battesimale di san Cirillo di Gerusalemme

 

6. Il Figlio «in tutto simile» al Padre

Credi anche in un unico e solo Figlio di Dio, cioè nel Signore nostro Gesù Cristo, Dio generato da Dio come vita da vita, luce da luce, generato in tutto simile al Genitore. Non ricevendo l’essere nel tempo ma generato dal Padre prima di tutti i secoli, egli è dall’eternità e in modo incomprensibile l’enipostasi (Cf. 1 Cor. 1, 24.30) della divina sapienza, potenza e giustizia che siede alla destra del Padre da prima di tutti i secoli. Il trono su cui siede alla destra del Padre non lo ricevette – come dicono alcuni – dal Padre che in seguito alla passione e in premio della pazienza lo incoronò (Cf. Ebr. 2, 9), ma esprime la dignità regale che ha dall’eternità, da quando fu generato, perché – l’abbiamo detto – essendo la sapienza e potenza del Padre, con il Padre regna e per iniziativa del Padre crea ogni cosa. Nulla gli manca della dignità divina, dal momento che conosce il Genitore come è da lui conosciuto (Cf. Gv. 10, 15). Lo possiamo riscontrare in breve sintesi nel Vangelo, dove sta scritto: «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio» (Mt. 11, 27).

 

7. Una sola Parola rivela il mistero del Padre

Credendo il Figlio non estraneo al Padre, non confonderli entrambi facendone un solo Figlio-Padre, ma credi nel solo Unigenito di un solo Padre, nella Parola proferita dal Padre prima di tutti i secoli, pronunziata non come una parola che svanisce per l’aria né simile alle nostre parole non in sé sussistenti. Il Verbo infatti è il Figlio che dà l’essere agli esseri forniti di parola, Verbo in quanto ascoltando il Padre lo rivela. […]

 

8. Fu concepito nel seno della Vergine da Spirito Santo

Credi che il Figlio Unigenito del Padre discese dal cielo sulla terra per i nostri peccati e assunse questa umanità passibile che abbiamo noi, generato dalla santa Vergine e dallo Spirito Santo.

Non si fece uomo in apparenza, fu non un fantasma ma un vero uomo. Non passò per la Vergine come attraverso un tubo, ma prese da lei una vera carne e si nutrì del suo vero latte. Realmente mangiò come mangiamo noi, realmente bevve come beviamo anche noi, perché se la sua incarnazione fosse stata una vana apparenza, sarebbe pure vana apparenza la nostra salvezza!

Il Cristo fu tutt’e due le cose: visibile come uomo, invisibile in quanto Dio. Come uomo mangiò realmente al pari di noi, avendo assunto tutto quello che rende passibile la nostra carne: in quanto Dio sfamò cinquemila uomini con cinque pani (Cf. Mt. 14, 17-21.); come uomo veramente morì, in quanto Dio rianimò un morto quatriduano (Cf. Gv. 11, 39-44.); come uomo realmente dormì su una barca (Cf. Mt. 8, 24), in quanto Dio camminò sulle acque (Cf. Mt. 14, 25).

 

Da: CIRILLO DI GERUSALEMME, Le Catechesi, Roma, 1993, 85-89.

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