sabato 17 novembre 2012

Il Cristo russo di P. Evdokimov


Il Cristo russo

di Pavel Evdokimov

 

            L’ideale religioso di un popolo si forma partendo dalla sua visione molto personale di Dio, dall’immagine artistica, iconografica che si fa del Cristo. Esiste un Cristo fiammingo, spagnolo o greco. Esiste anche un Cristo russo che ha qualche cosa di essenzialmente evangelico sotto l’aspetto kenotico del Fratello umile degli umiliati, colui che è sempre con i poveri, gli infermi e i sofferenti. Il pittore Nesterov l’ha espresso molto bene nel suo celebre quadro “Il Cristo e la Santa Russia”, in cui si vede il Cristo circondato da mendicanti, infermi e piccoli di questo mondo. Solgenitzin nota che “la letteratura russa si è sempre rivolta a quelli che soffrono”, essa segue il Cristo che compatisce, guarisce e consola. Egli non è mai “giudice”, ed è per questo che ogni giudizio umano deve seguire la carità di Cristo, cercare la sua Pravda, parola intraducibile in cui la giustizia si compie nella misericordia. Il nome di “cristianesimo giovanneo”, applicato spesso alla spiritualità russa, significa l’inabitazione del Verbo nell’anima umana, la comunione nuziale in cui il divino non è mai principio di giustizia o di potere ma Sorgente paterna da cui sgorga “la nuova creatura”.

  

Da: P. EVDOKIMOV, Cristo nel pensiero russo, Roma, 1972, 41.

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