lunedì 5 novembre 2012

Dalle Divine Istituzioni di Lattanzio

 
 
Dalle Divine Istituzioni
di Lucio Cecilio Firmiano Lattanzio
 
 
Tutti i guai dell’umanità sono nati a causa della cupidigia, e questa è nata dal disprezzo nei confronti del vero Dio. È avvenu­to che non soltanto non si è permesso ai poveri di godere del superfluo, ma si è giunti perfino a derubarli, cercan­do egoisticamente di trar profitto da qualunque parte. Così, quegli stessi beni che Dio mise a disposizione comune sono diventati proprietà di pochi.
Per ridurre tutti in proprio potere, si è cominciato dapprima a sottrarre le cose necessarie per vivere, poi a monopolizzarle accuratamente per proprio uso e consumo esclusivo. Si perse ogni sentimento di altruismo, si arrivò a dissipare tutto ciò che era stato accumulato con l’avidità e con l’avarizia. Le stesse leggi che preten­devano richiamarsi alla giustizia furono elaborate in termini quanto mai crudeli e iniqui, per garantire ruberie e ingordigie contro le resi­stenze della moltitudine.
Dio, all’approssimarsi degli ultimi tempi, ha misericordiosamente invia­to il proprio araldo (Gesù) per ripor­tare in terra l’antica età dell’oro e la giustizia, e per alleviare il genere umano da tanti e così gravi errori. Ritornò sì la bellezza di quella età, fu sì restituita alla terra, ma la giustizia è tornata a pochi: essa non è nient’altro che il culto pio e devoto di un Dio unico.
Chi pensa che non vi può essere nessun uomo giusto e religioso ha la giustizia davanti agli occhi, ma non la vuole guardare veramente. Perché la cantano nei loro versi, la descrivo­no nei loro discorsi e ne lamentano la mancanza, mentre sarebbe così facile essere virtuosi, volendolo? Perché la giustizia ve la raffigurate così astratta e pretendete che vi cada quasi dal cielo come se fosse un simulacro? Eccola, essa è davanti a voi: se pote­te, ricevetela e ponetela nei vostri cuori. Non è affatto difficile, ed è sempre attuale. Siate giusti, siate onesti: la virtù che andate cercando, spontaneamente vi seguirà. Togliete dal cuore ogni pensiero malvagio e l’età dell’oro tornerà. Ciò avverrà soltanto se comincerete ad adorare il vero Dio. Ma, se si desidera la giusti­zia e nello stesso tempo perdura l’idolatria, niente potrà far sì che la giustizia torni veramente fra gli uomini.
La giustizia richiede che si alimen­ti il sentimento della bontà in colui che si allontana dalla malizia del pec­cato. La dimora della giustizia, infat­ti, non è costituita dalla pietra o dal cemento, ma dall’uomo stesso, che porta in sé l’immagine di Dio; e que­sto tempio non è ornato di oro o di doni preziosi ma transitori, bensì con i doni eterni della virtù.
Bisogna imparare dunque (se rima­ne ancora un po’ di buon senso) che gli uomini sono ingiusti perché sono idolatri, e che la situazione del nostro mondo diventa ogni giorno più pre­caria perché viene trascurato Dio.
Il denaro: fonte e sintesi dell’idolatria di sempre, creatore e conservatore del mondo, perché ci si è abbandonati a culti empi e illeciti e infine perché vengo­no perseguitati anche i pochi adoratori del Dio vero.
Se tutti adorassero soltanto Dio, non vi sarebbero né discordie né guerre, appunto perché gli uomini si convincerebbero di essere tutti figli di quell’unico Dio. Uniti fra loro da questa divina parentela sacra e invio­labile, consapevoli dei castighi che Dio, conoscitore dei pensieri e dei delitti più segreti, riserva a coloro che uccidono le anime, gli uomini non sarebbero più nemici degli altri uomini. Non vi sarebbero neppure più rapine, se gli uomini ascoltassero il comandamento di Dio e imparasse­ro a essere contenti di poco e se imparassero a preferire, alle cose incerte e periture, quelle sicure ed eterne.
Tante miserie non esisterebbero sopra la terra, se tutti concordemente osservassero la legge di Dio. La con­dizione del genere umano sarebbe veramente felice e beata, se in tutto il mondo trovassero dimora la mansue­tudine, la pietà, l’innocenza, la giusti­zia, la temperanza, la lealtà.
Per governare l’umanità non c’è affatto bisogno di leggi numerose e diverse: per ottenere una vita perfetta e innocente, basta la legge di Dio. Se gli uomini sono malvagi, è perché sono immersi nell’ignoranza della rettitudine e del bene. Se il genere umano è oppresso dai malanni, è per­ché si è introdotto in mezzo ad esso il culto idolatrico, basato sull’ingiusti­zia e sull’empietà. Non potevano e non potranno coltivare la pietà coloro che si ribellano a Dio e lo rinnegano come unico padre di tutti.

Nessun commento:

Posta un commento