domenica 14 ottobre 2012

L’abbà Macario disse...

 
 
L’abbà Macario disse:


Una volta, mentre andavo per il deserto, ho trovato il cranio di un morto gettato per terra. Io lo toccai col bastone di palma ed esso mi disse qualcosa.

“Chi sei tu?”, gli chiesi.

“Io ero – rispose – un sacerdote di idoli e di pagani che dimoravano qui. Tu sei Macario, il portatore dello Spirito. Quale che sia il momento nel quale tu abbia misericordia di quelli che sono nel castigo e preghi per loro, essi ne riceveranno un po’ di sollievo”.

Io gli domandai quale fosse la consolazione e quale il castigo.

Ed egli rispose: “Quanto dista il sole dalla terra, tanto è il fuoco sotto di noi, che vi siamo immersi dai piedi fino alla testa. Non è neppure possibile guardarci in faccia. Ma uno è attaccato alla schiena dell’altro. Questo è invece il sollievo: se tu preghi per noi, noi possiamo vedere in parte il volto dell’altro”.

Piangendo dissi: “Guai al giorno nel quale l’uomo è nato! C’è – domandai – un supplizio peggiore di questo?”.

Il cranio rispose: “C’è un tormento più grande sotto di noi”.

Io chiesi chi ci fosse là.

Egli disse: “Noi che non abbiamo conosciuto Dio, godiamo di un po’ di misericordia, ma quelli che, pur avendolo conosciuto, lo hanno negato, costoro sono sotto di noi”.

Allora presi il teschio e lo sotterrai.

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